Le biobanche: quali protocolli per i bambini?
Parte all'IRCCS "E. Medea" il primo progetto di
ricerca volto a valutare lo stato dell'arte del biobanking
pediatrico in Italia e in Europa.
Nell'ultimo decennio il dibattito internazionale sulla bioetica,
il biodiritto e più estesamente le scienze sociali
è venuto a concentrarsi sulle biobanche, strutture
dedicate alla raccolta, conservazione e utilizzo di campioni
biologici di origine umana (campioni di sangue, DNA, tessuti
e linee cellulari) e dati associati per finalità di
ricerca. Nella maggior parte dei casi, però, la riflessione
ha preso in esame il biobanking adulto, riguardante individui
o gruppi di popolazioni maggiorenni.
Al contrario, il biobanking relativo ai bambini e ai giovani
adulti, non ancora maggiorenni, è rimasto sullo sfondo
del dibattito. Solo di recente, studiosi autorevoli (Gurwitz
et al, Science, 2009) hanno richiamato l'attenzione sulla
necessità di colmare il vuoto che si è creato
attraverso questo sbilanciamento, prendendo in considerazione
gli aspetti peculiari che riguardano la raccolta, la conservazione
e l'utilizzo di materiale biologico e dati di origine pediatrica,
al fine di mettere a punto linee guida tecniche e regolamentazioni
ad hoc per questa area.
In questa prospettiva, la linea di ricerca in Bioetica dell'Istituto
Scientifico "E. Medea" - Associazione La Nostra
Famiglia coordina un progetto riguardante lo stato dell'arte
del biobanking pediatrico in Italia e in alcuni altri Paesi
europei: l'obiettivo è indagare la conoscenza del fenomeno
presso gli operatori sanitari (soprattutto i ricercatori che
utilizzano materiale biologico pediatrico per ricerca), valutare
lo sviluppo o meno di protocolli e pratiche ad hoc per la
raccolta, la conservazione e l'uso per ricerca di materiale
biologico e dati pediatrici, esplorare le opinioni dei ricercatori
rispetto a tali procedure e pratiche.
Per raccogliere i dati riguardanti le procedure, le pratiche
e le opinioni dei ricercatori coinvolti in questa area è
stato messo a punto un questionario, anonimo
e auto-amministrato, che raccoglie soprattutto informazioni
di tipo qualitativo.
Il questionario è stato distribuito a medici e ricercatori
che operano nel campo del biobanking pediatrico in 10 Paesi
Europei: Danimarca, Francia, Germania, Inghilterra, Irlanda,
Italia, Olanda, Spagna, Svizzera, Ungheria. In base ai dati
raccolti mediante la survey è stato organizzato, lo
scorso ottobre 2010, un workshop dedicato alla discussione
degli elementi acquisiti (dati relativi alle pratiche, procedure
ed opinioni dei professionisti sanitari in tema di biobanking
pediatrico) al fine di sviluppare una Raccomandazione etica
che regoli le principali questioni etiche, legali e sociali
inerenti alla raccolta, conservazione, distribuzione e utilizzazione
dei campioni biologici e dati provenienti da pazienti in età
pediatrica, affetti da diverse malattie. Un gruppo di lavoro,
denominato “Pediatric Biobank ELSI Working Group”,
formato sia da ricercatori che hanno partecipato alla survey
sia da ricercatori che, pur non avendo partecipato al questionario,
hanno espresso interesse per il tema, sta lavorando alla redazione
di questo documento. Per chi abbia interesse all’argomento,
è possibile aderire al gruppo di lavoro accedendo a
www.linkedin.com
e inviando un’apposita richiesta di adesione al gruppo
Pediatric Biobanking ELSI.
Per avere informazioni riguardanti il progetto si può
scrivere a:
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09-Mag-2011
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